L’Istituto Suore Francescane di “Santa Chiara” di Butera
La Comunità Alloggio Santa Chiara di Butera è una struttura ubicata nella via Baracca al n. 13 nella zona centrale e nuova del comune di Butera, in provincia di Caltanissetta.
La struttura, è organizzata, nella divisione degli spazi e nella scansione dei ritmi quotidiani di vita, come un normale ambiente familiare. Al suo interno ospita una cappella per le funzioni religiose, un ampio cortile esterno e una lavanderia annessa, 4 camere con 3 posti letto ciascuno, una camera per gli ospiti, una cucina e una sala da pranzo, una sala studio, gli spazi per gli incontri con le famiglie, 3 servizi igienici di cui uno per portatori di handicap.
La capienza massima è di n. 8-13 posti, di minori compresi fra i 3 e i 18 anni, senza distinzione di sesso.
Nella nostra Comunità Alloggio Santa Chiara
Si conduce un’esperienza di vita comunitaria vicina al modello familiare, in un ambiente affettivamente ricco e in grado di stabilire legami stabili e duraturi, e idoneo a favorire lo sviluppo integrale della persona. A tal fine, vengono favorite occasioni di socializzazione e di aggregazione nel pieno dell’autonomia dei minori ospitati per sviluppare e stimolare la definizione di un progetto di vita.
Il Servizio si propone di fornire una risposta ai bisogni individuali dei minori in una situazione di disagio sociale e privi di un ambiente familiare adeguato.
LA GIORNATA IN COMUNITA’
Gli ospiti della Comunità sono tenuti a seguire le regole basilari della vita comunitaria, alla puntualità degli orari stabiliti e al rispetto delle persone conviventi.
In comunità, il risveglio dei ragazzi è sempre accompagnato dagli educatori che, con doti di grande umanità, li invitano ad alzarsi e li stimolano ad avere cura della propria persona: così si lavano e si vestono, si riordinano la camera, si sistemano le proprie cose e poi si recano a scuola. L’operatore ha come obiettivo fondamentale quello di rendere i minori autosufficienti circa la propria persona e la cura del proprio corpo, rispettando i modi e i tempi di ciascuno.
A ora di pranzo uno degli operatori prepara il pasto per i piccoli, il pranzo è previsto per le ore 13.30.
Il momento in cui ci si siede insieme a tavola è un occasione essenziale per instaurare il dialogo, dove gli operatori mostrano disponibilità nell’ascoltare i bambini e a creare le condizioni favorevoli per un clima familiare sereno.
Il pomeriggio è dedicato principalmente allo studio, dove gli educatori supportano i minori nello svolgimento dei compiti per casa. Dopo lo studio, ciascuno può decidere liberamente come impiegare il resto del tempo libero dentro o fuori dalla comunità (lettura, ballo, ginnastica, TV).
Ad attività concluse ci si dedica alla cura ed alla pulizia della persona nell’attesa della cena. Dopo cena i ragazzi dedicano il loro tempo parlando con l’educatore, con i propri compagni o guardando qualche programma televisivo. Alla fine della giornata ci si prepara per la notte e gli educatori salutano i ragazzi augurando loro la buonanotte.
AZIONI EDUCATIVE
Gli educatori devono vivere in un clima sereno insieme ai minori e far capire che sono tutti in famiglia svolgendo azioni di sostegno e di cura come: affetto, sostegno empatico, cura personale e accadimento; azioni normative come: richiamo delle regole, punizioni e gratificazioni; azioni strumentali come: insegnare, spiegare, mostrare, fare le cose insieme, sostegno scolastico; azioni ludiche: giocare e scherzare.
In particolare, gli educatori devono responsabilizzare i ragazzi sempre in ogni loro azione, dalla più semplice alla più complessa, facendo comprendere loro che nulla è dovuto ma ogni cosa deve essere conquistata e comporta sacrifici.
PROGETTO EDUCATIVO
L’obiettivo del progetto educativo che ci si prefigge di raggiungere è quello di sostenere il processo evolutivo dei minori accolti, tenendo conto del loro benessere psico-fisico e delle loro attitudini individuali.
A tal fine, gli obiettivi che la nostra Comunità si prefigge di realizzare sono:
– Avere cura dei ritmi di vita dei minori. Il rispetto dei tempi enfatizza due aspetti importanti: uno di tipo organizzativo, ed uno legato ai bisogni originali dei minori. Il primo aspetto comporta la strutturazione di giornate-tipo caratterizzate dall’alternanza (tra momenti di attività più intense e momenti di attività più calme, tra situazioni individualizzate e altre di gruppo); il secondo aspetto comporta invece il valorizzare le originali individualità e i bisogni specifici di ciascun minore;
– La cura della vita quotidiana. Essa comprende: il riposo, l’alimentazione, i pasti, la toilette e la cura dell’igiene personale, la cura del corredo dei minori. Quest’ultima rappresenta per i minori un punto di riferimento per acquisire nuove autonomie, per migliorare e acquisire capacità motorie e relazionali;
– Partecipare attivamente alla vita quotidiana. Curare l’organizzazione degli spazi di vita e personalizzare l’ambiente di vita favoriscono nel minore il controllo, attraverso l’appropriazione cosciente dello spazio quotidiano. Molto spesso, una quotidianità mal vissuta da parte dei minori è fonte di malessere, di disturbo e di disagio da superare proprio in comunità;
– Praticare all’interno e all’esterno della struttura d’accoglienza delle attività proposte dagli educatori. Esse favoriscono lo sviluppo globale delle potenzialità espressive dei bambini, tenendo conto dei loro desideri, delle loro possibilità reali. È fondamentale poter rinnovare il “concetto di sé” poiché i minori in difficoltà sono stati abituati alla paura di provare, alla sfiducia nelle proprie capacità e alla disistima;
– Cercare uno specifico collegamento con la scuola. In tal modo vengono coinvolti gli insegnanti in un progetto educativo comune e vengono aiutati i minori nella loro riuscita sociale;
Tra gli obiettivi prioritari a favore dei minori, assume particolare rilevanza la frequenza scolastica ed il buon profitto: sarà compito degli educatori mantenere i rapporti con la scuola, accompagnare i minori e riprenderli al termine delle lezioni se necessario, seguirli e sostenerli nelle attività di studio.
– Favorire, mantenere e sollecitare, laddove è possibile, un collegamento con le famiglie d’origine. Scopo del servizio non è la sostituzione definitiva della famiglia ma di operare affinché il minore possa ritrovare o creare un suo nuovo equilibrio. È fondamentale un coerente lavoro di rete sia con le altre istituzioni che lo sostengono, sia con i servizi sociali che lo tutelano.
La Comunità per minori esiste dunque per rispondere ad un bisogno di tipo sociale, strettamente connesso ad esigenze educative: accogliere dei minori in difficoltà che non hanno potuto trovare un contesto familiare equilibrato in grado di tutelare la loro crescita “normale